Artista visiva e concettuale della nuova generazione dell'arte contemporanea. Il suo lavoro è frutto di un cammino, un cammino di ricerca che tenta di enunciare, con grazia e severità, una necessità di sguardo e di utilizzo dello sguardo. La sua ricerca fotografica non inserisce le immagini nel tempo (l'istante fotografico), ma il tempo nelle immagini. Per l' autore non il movimento ma il tempo è il vero paradigma della vita. E la relazione tra il tempo e le immagini è data dalla memoria: grazie ad essa un'immagine può caricarsi di tempo.
Si tratta dunque di innestarsi in uno sguardo che si apre a ricordi-immagini che durano, come frammenti di tempo alla stato puro, e la loro durata è "la riserva visiva di spazi e cose nella loro giustezza". È la messa in potenza di uno sguardo e della sua durata. È l'apertura di uno sguardo che spinge a vedere, a pensare l'aprirsi del mondo così com'è, semplicemente. Uno sguardo che coglie ancora le cose in modo "originario" e ci fa vedere "fin dove" può arrivare.
Per Isole mai trovate, l'artista presenta un dittico fotografico intitolato ísos+báthos, termine etimologico della parola isòbata (usata in cartografia nautica), qui intesa come -medesima profondità- dell'orizzonte ed al contempo dello sguardo.