Artista russo, membro del gruppo dissidente che plagiava lo stile della propaganda sovietica per dar vita a una dissacrante parodia del realismo socialista, dopo il trasferimento a New York ottiene un grande consenso internazionale grazie alla realizzazione delle cosiddette “installazioni totali”. Queste metafore esistenziali, che Kabakov inventa con la moglie Emilia Kanevsky, sono delle ricostruzioni di ambienti quotidiani tipici del regime sovietico, assunte e proposte come allegorie del dramma insito nel periodo. La sua ispirazione intellettuale applicata a installazioni tanto coinvolgenti e ben congeniate lo ha reso uno degli artisti più significativi nell’ambito delle creazioni di matrice concettuale.
