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Luca Dall’Orto - Assessore all’ambiente

Focus On N.21, 14/05/2007

Sostenibilità: i cittadini protagonisti
Adozione di aree verdi e raccolta differenziata.
Dal 16 al 18 maggio le città europee a Genova. Ne parla l’assessore all’ambiente Dallorto

A Genova, qualche anno fa, pallidamente sono comparse - come piante prima sconosciute - piccoli cartelli sulle aree verdi urbane che recitavano più o meno così: "questo giardino è curato dal condominio...". Di lì a poco cartelloni pubblicitari veri e propri sollecitavano la cittadinanza ad adottare aree verdi.

Oggi, non solo piccole aiuole sono lasciate alla cura - in accordo con l&rsqquo;amministrazione comunale - di privati cittadini singoli o associati, ma anche grandi spazi verdi godono di questa democrazia partecipata.

«I Parchi di Nervi, Villa Duchessa di Galliera, Villa Imperiale, Villa Doria, Villa Pallavicini, Villa Rosazza - elenca l’assessore alle Politiche Ambientali, Luca Dallorto - e ieri, mercoledì 25 aprile, è stata inaugurata anche l'adozione del Parco Peralto da parte di un comitato di associazioni tra cui Legambiente, il gruppo Genova della Protezione Civile e la Rete Puin che raccoglie associazioni attive sul territorio. Per il Peralto è anche al vaglio il riconoscimento come area protetta di interesse regionale, un provvedimento già condiviso dalla Regione che dovrebbe solo superare un iter formale».

Il sistema delle adozioni è nato per caso e per necessità: «A un certo punto ci siamo ritrovati - spiega Dallorto - con soli 80 giardinieri. Dieci anni fa ne avevamo 400. Si trattava di fare delle scelte: chiudere i parchi o convocare i cittadini. Nel 2002 incontrai 4/5 persone che avevano già avviato, in via del tutto sperimentale, l'adozione di alcuni spazi della città. Era tutto fatto in modo casuale. Chiedevano riconoscimento, materiali e così ci siamo messi in moto per creare una procedura. Definita nel 2004, oggi prevede sia la cura che il presidio di spazi cittadini tramite il Comune, le Circoscrizioni e le Divisioni Territoriali. Ai cittadini, dopo circa un anno di attività, viene attribuito un diploma».

Come viene condotto il seguito? «I cittadini diplomati si organizzano in consulte di amici del verde, con incontri periodici per fare bilanci, scambiarsi informazioni ed esperienze».

Il 5 maggio 2007 è il prossimo appuntamento per la consegna dei diplomi che avverrà in piazza De Ferrari alla presenza del ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Marea Alfonso Pecoraro Scanio (nello stesso giorno a Palazzo Ducale per la Greencamp: conferenza, autorganizzata su web, politica e ecologia), all'interno dell'iniziativa TipiCittà, nata per portare alla luce due sportelli sulle politiche sostenibili attivati di recente: Ecopoint e Sicpoint. «Deve crescere la consapevolezza dei cittadini, perché l’emergenza sulla salute del pianeta è anche nelle nostre mani. Se i governi e le istituzioni in genere devono mettere l'ambiente al centro della politica - che significa mettere al centro gli esseri umani e in genere gli esseri viventi - i cittadini possono fare molto nel quotidiano con i loro comportamenti. L'Ecopoint è uno sportello (a Palazzo Ducale) che informa proprio sulle pratiche ecologiche da adottare da chiunque nel quotidiano: dalla raccolta differenziata a un uso più consapevole e compatibile dell'auto, dell'acqua e dell'energia; mentre il Sicpoint (al Museo Civico di Storia Naturale) segnala i luoghi dove sono presente specie animali e vegetali che determinano una biodiversità, siti di interesse comunitario e quindi tutelati dall’UE».

Oggi solo nel centro città le aree verdi adottate sono sessantatre. E questa pratica virtuosa che crea un senso di proprietà verso il bene pubblico è una delle doti che l’assessorato porta alle tre giornate di incontri (a Genova dal 16 al 18 maggio 2007) all'interno della rete Eurocities: l’appuntamento con i gruppi di lavoro di diverse città europee (sopra i 500mila abitanti) dedicato proprio alle aree verdi urbane.

Bene. Ma cosa ancora si può fare per migliorare la vivibilità della città. Per esempio a proposito dell’emergenza acqua? «Premesso che è una delega che non appartiene al mio assessorato, Genova ha fatto un gesto preventivo mettendo in comunicazione invasi e bacini, curando così i sistemi di interconnesione. Per parte nostra qualche anno fa abbiamo realizzato il progetto IMOS sul problema dell'inquinamento delle acque, premiato a livello europeo come il migliore dei progetti LIFE. Con ESTRUS, partito un anno fa - che coinvolge l’Università, l’ARPAL, la Provincia e anche soggetti privati - affrontiamo ora il tema della sostenibilità sulle acque urbane, ossia come gestire la caduta della pioggia su aree contaminate, che vanno a inquinare poi gli specchi d’acqua.

Però ancora molto c'è da fare sugli sprechi d'acqua, fenomeno in crescita e che interessa tutti i centri urbani italiani (come segnalato dall’APAT). Le perdite d'acqua sono la causa principale degli sprechi e nel mirino ci sono soprattutto le aziende. Però anche qui i cittadini possono impegnarsi di più: non facciamo scorrere l’acqua inutilmente quando facciamo la doccia, ci laviamo i denti, o facciamo pipì».

E a proposito di raccolta differenziata, che in molte zone della città è praticamente inesistente (testimoni i bidoni verdoni omni comprensivi)? «Anche qui premetto che la delega al ciclo dei rifiuti non appartiene al mio assessorato, però ammetto che l’amministrazione può fare di più. In particolare, andrebbero introdotti incentivi per coinvolgere e sensibilizzare i cittadini. Passare così dalla tassa alla tariffa».

Interessante.

«Sostituire la tassa sulla spazzatura da pagare in relazione ai metri quadri, a una tariffa regolata sull'effettiva applicazione della differenziata».

Nato nel 1972, Luca Dallorto, genovese, è laureato in Fisica. Ha scritto saggi sulla fisica dell'atmosfera. Consigliere comunale nella lista dei Verdi -partito nato a Finale Ligure una ventina di anni fa - dal 1993, ha portato avanti incarichi e iniziative in vari campi. Per le amministrative del Comune di Genova, si presenta come capolista del suo partito.

In un eventuale prossimo mandato, quali le priorità? «Personalmente vedo in futuro un assessorato che riunisca alcune competenze fondamentali, più vasto. Perché le politiche ambientali si possano applicare in modo efficace e pervasivo. Per fare un esempio banale: in un ambiente urbano anche traffico e mobilità pongono urgenze su politiche legate all’ambiente e alla vivibilità e, senza le opportune deleghe, si procede per azioni monche.

È tempo di porre un freno allo sviluppo per andare verso una Decrescita felice, dal titolo del volume di Maurizio Pallante, per un consumo più consapevole. Questo ritmo il nostro pianeta non può sostenerlo, occorre fare le stesse cose meglio».

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