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A 10 anni dall'autonomia... chi al timone?
4 aprile 2011, ore 16
Sala del Minor Consiglio
Incontro sul ruolo della scuola nella società della conoscenza, tra comunità professionali e nuove gerarchie.

Norberto Bottani, in un libro di alcuni anni fa intitolato Insegnanti al timone?, si chiedeva chi stesse dirigendo i processi di decentramento e autonomia che hanno investito i sistemi scolastici occidentali. Bottani constatava che i corpi professionali delle scuole, i docenti, risultavano ai margini (non "al timone") di una riforma vissuta come mera ingegneria amministrativa e istituzionale.

Prima domanda: perché i professionisti delle scuole non sono "al timone" dell'Autonomia? Quali conseguenze comporta un'Autonomia "senza gli insegnanti"?

Recenti provvedimenti normativi (la legge n. 15/2009 e il d. lgs 150/09) hanno riordinato la disciplina del personale e la dirigenza pubblica, segnando una discontinuità rispetto alla normativa pregressa. La forma di regolazione gerarchica ne esce rafforzata con due “mosse”: ampliando i poteri dei dirigenti sul personale delle scuole, fino alla tendenziale identificazione tra la funzione di direzione delle scuole e la figura del dirigente; e rafforzando il potere ministeriale sui dirigenti scolastici, assoggettati ad una disciplina pignola e a procedimenti minuziosi e cogenti.
Le comunità professionali delle scuole perdono autonomia e poteri di autoregolazione proprio nel momento in cui la società della conoscenza richiede di valorizzare il sapere e le competenze distribuite nelle scuole, di strutturare le comunità professionali come intelligenze collettive, ovvero luoghi di apprendimento professionale reciproco, di riflessione cooperativa sulle pratiche, di innovazione situata e quindi sostenibile.
Si recuperano forme gerarchiche e "piramidali" di direzione quando nella società della conoscenza le forme di organizzazione a rete e a direzione distribuita appaiono più efficaci perché capaci di valorizzare e sviluppare il sapere e le competenze di chi lavora "in prima linea". Da questo punto di vista il web 2.0, con la sua organizzazione orizzontale, paritaria, fondata sulla fiducia e la reciprocità, dimostra di essere uno straordinario modello di costruzione cooperativa e autoregolata della conoscenza e dell’innovazione e può insegnare molto anche alle scuole.

Seconda domanda: la gerarchia è la forma di direzione più adatta ad "organizzazioni che apprendono", che devono apprendere, come le scuole? Quali sono le forme di direzione migliori per generare sviluppo professionale e innovazione diffusa nelle scuole?