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Slow Fish

Focus On N.5, 26/02/2007

Petrini: «il mare è stanco»
Presentata la terza edizione di Slow Fish. Promuovere, educare e tutelare le parole d’ordine. Le ammonizioni del patron. A Maggio alla Fiera


«La terra è stanca. A forza di fertilizzanti e colture intensive sta diventando come il cuoio. E il mare non è da meno». Con questa ammonizione ha aperto il suo discorso Carlo Petrini, patron di Slow Food, arrivato ieri - lunedì 26 febbraio - a Genova - Palazzo Ducale, per presentare la prossima edizione di Slow Fish. Dal 4 al 7 maggio 2007, alla Fiera di Genova, al centro del dibattito torneranno i temi della tutela ambientale, le politiche sostenibili del mare e il consumo responsabile.
Educare, promuovere e tutelare le parole d'ordine di questa manifestazione, giunta al terzo atto, che si traducono in laboratori per bambini, tanti stand espositivi degli operatori di settore, ricercatori e studiosi per capirci un po' di più sulla salute del mare oggi e in futuro, che è anche la nostra.

«Non si è mai parlato così tanto di gastronomia, soprattutto in TV - continua Petrini - non solo, la questione ambientale diventerà cruciale nella prossima campagna elettorale statunitense, per tutti candidati, di qualunque schieramento». Eppure, il nostro tempo continua a portarsi sulle spalle alcuni paradossi, che il gastronomo elenca. Il primo è che più si parla di cibo più il discorso è di parata, buono per lo share ma poco per l’ambiente: «ho nostalgia delle donne che stavano nelle osterie - dice l’ideatore di Slow Food - oggi questo mondo è dominato dai maschi, dagli chef». Seconda contraddizione: l’inquinamento minaccia in profondità le campagne: «una volta si diceva "vado a respirare un po' d’aria buona". Provate ad andare ora e vedrete com’è cambiata la situazione».
La lista continua: «il cibo non è mai stato così cattivo», e infine, «continuiamo ad espellere dalla società contadini e piccoli pescatori. Nel 1950 erano il 50% della popolazione, oggi il 3%. Ma vi dico una cosa: purtroppo non mangeremo mai i computer«.
Il problema è la dimensione industriale del business alimentare, quella che trasporta i prodotti avanti e indietro per il pianeta, distrugge le economie locali, minaccia le biodiversità a causa di colture e allevamenti intensivi.

La prossima edizione di Slow Fish potrebbe essere quella della consacrazione: «si appresta a diventare la manifestazione più intrigante ospitata dalla Fiera», dice il suo presidente Paolo Lombardi. Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio sono schierati in blocco a sostegno dell’evento, che dal 2009 avrà luogo nel nuovo padiglione B firmato da Jean Nouvel, con 20.000 metri quadrati disponibili e accesso diretto alla Marina.
I numeri di quest’anno recitano: 50 paesi rappresentati, circa 80 espositori e 60 comunità della pesca, 600 etichette di vini, mercati dove verrà esposto pesce fresco e conservato, le dimostrazioni del Laboratorio e del Teatro del Gusto. E i ristoratori genovesi di Fepag-Ascom si sono impegnati a proporre menu sostenibili nel periodo della manifestazione.

Due iniziative verranno lanciate in occasione di Slow Fish. La prima è una campagna di sensibilizzazione denominata Mangiamoli giusti, a favore del consumo responsabile. Nascerà anche un Osservatorio europeo permanente su biodiversitè, agricoltura sostenibile e commercio equo. Nel 2008, inoltre, è in progetto l'organizzazione di un incontro con i Ministri dell’Ambiente dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, sempre a Genova. Insomma, in Liguria sembra essere chiaro che il futuro è sempre più quello proposto dalla filosofia slow food, di cui la tutela del territorio, dei suoi frutti e dei piccoli operatori, sono punti cardine. «Ormai è chiaro - conclude Petrini - che non si tratta delle fisime di qualche ambientalista sfigato, come si pensava un tempo, oggi questa è l’unica alternativa».

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