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Festival della Scienza

Focus On N.46, 1/11/2007

Dietro lo specchio: Karl Krauss al Festival della Scienza

«Non sappiamo niente, siamo confusi come di più non potremmo essere». Con questa frase Lawrence M. Krauss ha concluso la conferenza Dietro lo specchio. Il mondo nascosto delle extradimensioni, svoltasi, nel’ambito del quinto Festival della Scienza di Genova giovedì 1 novembre 2007, alle ore 18.30, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.
Krauss, che dirige il “Center for Education and Research in Cosmology and Astrophysics” alla Case Western Reserve University di Cleveland, dove insegna anche fisica teorica, è autore di numerosi best seller, in Italia ha avuto particolare successo con il libro 'La fisica di Star Trek' (Longanesi, 1996).

Introdotto da Matteo Cattaneo, direttore della rivista “Le Scienze”, l’astrofisico statunitense ha preso le mosse dalla sua ultima fatica editoriale - 'Dietro lo specchio' (Codice Edizioni, 2007) - per illustrare il fascino esercitato dalle ipotesi che prevedono l’esistenza di una quinta dimensione, oltre alle quattro che ben conosciamo.
«Il mio interesse per le extradimensioni è iniziato quando, da bambino, vidi per la prima volta una puntata di 'Ai confini della realtà' - ha rivelato Krauss - durante la quale una bambina andava a finire in una dimensione parallela». E, dopo aver mostrato al pubblico qualche stralcio del telefilm in questione, ha iniziato un lungo e affascinante monologo al confine tra scienza e immaginazione: dal mito della caverna di Platone al cubismo di Picasso alle Cronache di Narnja di C. S. Lewis.
In seguito Krauss ha illustrato brevemente la storia delle ricerche che hanno dato una spinta alle ipotesi su dimensioni parallele. A partire da quelle di Michael Faraday, che per primo ha cercato di studiare le cariche elettriche non con i numeri, ma attraverso le immagini, e di James Clerk Maxwell, che ha dimostrato le teorie di Faraday arrivando a calcolare la velocità della luce, per giungere alla teoria della relatività di Albert Einstein.

«Una grande intuizione sulla quinta dimensione – ha poi proseguito Krauss – è giunta da Oscar Klein, che ha ipotizzato la sua esistenza se essa fosse curvata in una dimensione così piccola da apparire invisibile».
Nell’ultima parte del suo monologo, l’astrofisico si è soffermato sul concetto di “spazio vuoto”: «esso non è che una continua ebollizione di particelle che nascono e muoiono in un arco di tempo ridottissimo, e che producono energia. Osservando l’esplosione di una stella lontana, si è scoperto che l’energia dello “spazio vuoto” domina l’intero universo».

«Cosa significa tutto questo?» ha infine domandato Krauss a un pubblico che fino all’ultimo ha tentato di tenere le fila del suo discorso. «Significa che non capiamo niente di quello che accade nella natura», è stata la sua risposta.

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