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Focus On N.51, 7/12/2007

“Theda Bara” di Georgina Starr

L’artista britannica Georgina Starr presenta alla Galleria Pinksummer (Palazzo Ducale - dal 7 dicembre 2007) il suo nuovo lavoro: Theda Bara. Si tratta di un film muto, da lei interpretato. E poi ci sono un libro scritto da Starr e finemente rilegato con parti in oro, racchiuso in una teca, un breve scritto-testimonianza sulla madre appeso in una piccola ma preziosa cornice di legno scolpita a mano, un doppio ritratto (170X190) di Georgina insieme alla madre rigorosamente in bianco e nero, nello stesso abito e nella stessa posa, alcune stampe in nitrato d’argento, fermi immagine dal film e, infine, alcuni oggetti performativi: statue di donna, semplicemente dipinte da Georgina.

Impegnata su una serie di disegni basati sull’immagine di vecchie attrici, Georgina si è imbattuta nell’attrice americana Theda Bara (Theodosia Burr Goodman, 1885-1955).
L’emotività e i ricordi nati nel confronto con una sfera del tutto personale hanno spinto Georgina a una ricerca sul web intorno a Theda Bara. La prima scoperta è stata anche una delusione: dei 40 film muti interpretati dall’attrice in un tempo brevissimo (tra il 1914 e il 1926), ne restano soltanto due, il primo e l’ultimo. Questa idea di aver trovato qualcosa che era anche irrimedialmente perso, eppure aveva coinciso con un mito, è diventato motore e spirito profondo del nuovo progetto artistico.

Bara fu la prima attrice 'sex symbol', intorno alla cui immagine si lavorò fin da subito per renderla icona.
La ricerca, il recupero della memoria, di frammenti o tracce è diventata per Georgina una priorità e in definitiva il senso stesso del lavoro. Perchè proprio di perdita ('loss') e del fascinoso gioco del doppio si parla in quest’opera composita.

Le riprese sono durate più di un anno. Georgina ha fatto tutto da sola. Oltre a una ricerca a tappeto che l’ha portata a ritrovare uno 'script' originale di uno dei film della Bara (su Ebay), Georgina nel suo studio ha ricostruito tutto in modo volutamente artigianale: l’ambientazione, gli oggetti di scena, i costumi. E lei stessa si è occupata delle riprese. Il film è composto da un preludio e da una parte più narrativa. Nel primo, Georgina restituisce la sua personale interpretazione di quelle espressioni di base, quadri emotivi (gioia, sorpresa, spavento, ecc.) che costituivano il punto di partenza per la recitazione, molto teatrale e poco naturalistica, tipica dei film muti di allora. Nella seconda parte, Georgina reinterpreta le diverse eroine della storia (Cleopatra, Salomé, ecc. Bara fu soprannominata 'the woman of 100 faces') che Bara portò sul grande schermo, creando una storia.

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