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Com'è fatto il mondo?
Un viaggio tra cielo e terra


21 gennaio - 25 febbraio 2014

Sala del Minor Consiglio

Com'è fatto il mondo?
Il pianeta magnetico
Emanuele Bozzo

docente di Geofisica applicata, Università di Genova
11 febbraio 2014, ore 17.45
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Il nostro Pianeta è sede di un campo magnetico che non si espande liberamente nello spazio interplanetario ma è confinato entro una precisa regione di spazio: la magnetosfera terrestre. Essa è la nostra protezione principale, è così importante per la nostra esistenza e la nostra evoluzione che ogni suo piccolo cambiamento deve essere studiato a fondo.  E pur potendo arrivare a miliardi di chilometri di distanza nello spazio, gli studiosi non possono vedere il nostro campo magnetico. Esso è generato a circa 4mila chilometri di profondità nel nucleo esterno, un mare di ferro e nichel  che circonda il nucleo interno di ferro solido, grande più o meno come la luna e caldo come la superficie del sole.  Da lì lancia all’esterno una specie di bozzolo magnetico che avvolge l’intero pianeta, questo blocca il " vento solare", un bombardamento costante di particelle ad altissima energia sparate dal sole.  Se non avessimo un campo magnetico la Terra verrebbe investita da costanti e pericolose radiazioni . Antico come la Terra stessa, il campo geomagnetico ha effetti sulle nostre comunicazioni e sulla navigazione, abbiamo dovuto adattare ad esso la nostra tecnologia: quella stessa tecnologia che esso difende da attacchi esterni.  Gli scienziati stanno misurando il campo magnetico sin dal XVI° secolo.  Essi  hanno dimostrato che i poli magnetici non sono nello stesso punto dei poli geografici  né si comportano come i poli di un semplice magnete ma  derivano nel tempo: il magnetismo terrestre è un campo di forza dinamico e vivo. Inoltre queste osservazioni   stanno indicando che attualmente  il campo si sta indebolendo, forse i poli stanno per invertire le loro posizioni come hanno già fatto in passato. Alla fine degli anni 50 gli scienziati scoprirono infatti che rocce raccolte vicino alle dorsali oceaniche mostravano la presenza di bande alternate di polarità magnetica lungo la spaccatura, questo poteva significare solo che il campo magnetico, generatore di queste opposte magnetizzazioni", periodicamente cambiava di polarità quando nuove rocce venivano eruttate dalla faglia. Questo fenomeno oltre a consentirci di valutare la dinamica dell'espansione dei fondi oceanici, che è alla base della deriva dei continenti , hanno fornito anche i tempi di questa evoluzione. Da non trascurare infine che, investita dal campo magnetico nucleare, la crosta, ovvero lo strato "pellicolare" del nostro pianeta (poche decine di chilometri di spessore, ma dove si concentrano le nostre risorse e ,al di sopra della quale, la nostra esistenza) si magnetizza per induzione in funzione del contenuto in ossidi di ferro delle sue rocce generando un campo magnetico crostale che viene oggi investigato non solo ai fini minerari ma a quelli  della conoscenza , struttura ed evoluzione  del nostro "ambiente" geologico.