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Garibaldi. Il mito

Focus On N.47, 16/11/2007

La mostra Garibaldi. Il mito

Venerdì 16 novembre è stata inaugurata a Palazzo Ducale - alla presenza di tanti ragazzi delle scuole genovesi - la mostra 'Garibaldi. Il mito', tappa fondamentale del ciclo di iniziative a celebrazione del duecentenario della nascita dell’eroe dei due mondi.
L’esposizione resterà aperta fino al 2 marzo 2008, ed è una rassegna d'arte che va oltre le stanze del Ducale, comprendendo anche spazi al Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, al Museo del Risorgimento e, a Nervi, alla Galleria d'Arte Moderna (GAM) e alla Wolfsoniana, ma anche su tutta una serie di eventi spettacolari e ludici in diversi punti della città.

Genova è stata scelta come sede principale delle manifestazioni culturali e artistiche. L’allestimento al Ducale - curato da Fernando Mazzocca e Anna Villari - comprende opere di pittura e scultura, fino ad una selezione di oggetti d’arte decorativa per proporre l’interpretazione e la rappresentazione che alcuni artisti contemporanei diedero di Garibaldi. Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Girolamo Induno e molti altri pittori soldati ricostruiscono Garibaldi e le sue imprese dato corpo a una pittura nazionalpopolare.
Accanto, una sezione dedicata all’iconografia intorno all’immagine dell’eroe moderno (per esempio attraverso le opere di Plinio Nomellini e Renato Guttuso). Nella prima sezione emerge una figura la cui proiezione viene costruita dal basso, in cui è assente l’elemento celebrativo e spicca invece la partecipazione popolare.

Alla GAM si è lavorato sul significato del monumento ai Mille di Eugenio Baroni. Giuliana Algeri - Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico della Liguria - ha annunciato che sono stati stanziati i fondi per l’intero restauro dell’opera che presenta grossi problemi di conservazione data la sua esposizione, previsto per il 2008. Alla GAM sarà riproposta una sintesi attraverso una carrellata di documenti sul percorso che portò al concorso del 1910 e alle ragioni che spinsero la giuria a scegliere l’opera. Cavalcando lavori di grandi maestri come Rodin, ma anche attraverso i grandi cantieri in atto per costruire una nuova immagine dell’Italia, si arriverà al momento celebrativo con D’Annunzio che consacra il monumento nazionale (perché voluto e finanziato dal nuovo stato appena costituito).

Infine, alla Wolfsoniana si punta lo sguardo su manifesti, arti decorative, manufatti e esempi di grafica che in vario modo hanno sfruttato e utilizzato in modo propagandistico - strattonandolo un pò a destra e un pò a sinistra dell’ideologia politica - la figura, il coraggio e l’eroismo garibaldino (curatori Silvia Barisione, Matteo Fochessati, Gianni Franzone).

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