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Massimo Montanari

Maurizio Bettini
insegna Filologia classica all'Università di Siena

Lezioni di storia
Noi e gli antichi
7º incontro


Uomini e mito: quando il tempo ritorna
Maurizio Bettini


30 gennaio 2012, ore 21
Sala del Maggior Consiglio

play mp3 20120130_bettini.mp3 - durata 53m

I filosofi stoici credevano che, alla fine di una lunga rivoluzione, gli astri sarebbero tornati nella posizione in cui si trovavano al momento in cui il cosmo aveva avuto inizio. Ciascuno di questi cicli sarebbe culminato in una conflagrazione universale. Da questo fuoco si sarebbe ricostituita la struttura del cosmo, tale e quale a prima. "Torneranno ancora Socrate e Platone" sostenevano gli Stoici "e tornerà ciascuno degli uomini che sono già vissuti: essi avranno gli stessi amici e concittadini, le stesse convinzioni, si imbatteranno negli stessi casi e intraprenderanno le stesse azioni". Dunque il tempo consisterebbe in una riproduzione di quanto è già accaduto, quasi che un cinemaniaco proiettasse all'infinito lo stesso film. Se si desse loro retta, il futuro consisterebbe in un eterno riprodursi di doppi e di controfigure, un ritorno di "noi" che nello stesso tempo, però, saremo "altri". Già, ma quanto "altri"? Quanto di "noi" resisterà nelle nostre riproduzioni? A questa straordinaria teoria si ispirò anche uno dei testi più enigmatici di tutta la cultura antica: la quarta ecloga di Virgilio, quella del bambino divino. Lo stesso testo che, a partire da Costantino, i cristiani hanno ritenuto una profezia della nascita del Salvatore.