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15º Festival Internazionale di Poesia di Genova

A cura di Circolo Viaggiatori nel Tempo
Info tel. 010 2510549

Lo spettacolo è prodotto da LA CUPA srl e si avvale del booking curato da Concerti e Produzioni (tel.011.8127525).

Link correlati:
www.festivalpoesia.org
www.casapoesia.org
www.pozzani.org
La Stanza della Poesia

Elio
Jhon Giorno

15º Festival Internazionale di Poesia di Genova
Performance
"Elio e John Giorno"
Cortile Maggiore
16 giugno 2009

Ore 18.00
CARTE BIANCA A ELIO
performance

0re 21.00
JHON GIORNO
TRA POP ART E BEAT GENERATION

reading

Martedì 16 giugno il Festival Internazionale di Poesia ospita nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale due importanti appuntamenti: alle ore 18.00, la performance “Carta bianca ad Elio” e alle 21.00 John Giorno con un reading dal titolo “Tra pop art e beat generation”.

Elio torna dopo la sua apparizione al Festival nel 2004, quando aveva presentato in anteprima brani dal suo geniale “Animali Spiacciccati”.

Quest’anno l’organizzazione ha voluto dare all’artista milanese la completa libertà espressiva e di contenuti, per creare un percorso attraverso testi propri e degli autori a lui più cari. È nota ad esempio la sua attenzione e passione per la produzione letteraria del russo Daniil Charms del quale ha portato quest’anno in giro per l’Italia i testi stralunati, ma la scelta dei brani resterà un segreto fino all’ultimo.

Alle 21.00 sarà invece la volta di John Giorno, una delle figure più innovative della poesia del ventesimo secolo. L’artista torna al Festival sia per il reading, per il quale leggerà brani tratti da “La Saggezza delle Streghe” e alcuni inediti, sia per la mostra-progetto S-Volta Celeste, in corso presso la Loggia degli Abati di Palazzo Ducale.

La sua carriera dura da oltre quarant’anni, con una serie di opere (scritte, registrate e presentate in performance) che hanno cambiato per sempre il modo di vedere la poesia.

Nel 1965 ha fondato ‘’Giorno Poetry Sistems’’. Nel 1968 ha creato ‘’Dial-A-Poem’’ innovando l’uso del telefono per le comunicazioni di massa. La ‘’Giorno Poetry Sistems’’ ha prodotto più di quaranta ellepi e cd di poeti e artisti multimediali, video e films. Vive a 222 Bowery, N.Y. N.Y. in tre lofts, uno di questi ospitò W. S. Burroughs negli anni ’70 e ’80 (il famoso ‘’Bunker’’), ora tenuto come una reliquia.

Un altro loft è sede di un Tempio Buddista Tibetano. 222 Bowery è la sede di ‘’Giorno Poetry Sistems’’. Nel 1984 fonda ‘’the AIDS Treatment Project’’ occupandosi con compassione della catastrofe epidemica dell’AIDS: “Si potrebbe pensare che il compito di aiutare le persone sieropositive spetti a loro o agli operatori sanitari. Ma spetta anche a voi. Non ne morirete, non ne sarete contagiati o contaminati, anzi un’esperienza purificatrice… cerchiamo di rendere migliore il passaggio attraverso il momento della morte. Irradio dal mio cuore ai loro cuori, cercando di donare pace, calore, vastità, beatitudine e forza. Siedo accanto a loro nei momenti dopo la morte, riposando in pace”.

Tra i suoi libri tradotti in italiano, sono da citare “ You got to burne to shine” (Per Risplendere Devi Bruciare – City Light Firenze 1998) che offre i dettagli delle sue intime memorie personali, includendo (fra l’altro) la storia della sua relazione con Andy Warhol (John è stata la star del primo film di Worhol ‘ Sleep’’ 1963), del suo animato incontro sessuale con Keith Haring e pensieri sull'interpretazione della morte nel Buddismo Tibetano nell’età dell’AIDS. E poi l’ultimo “La Saggezza delle Streghe” (Stampa Alternativa) che raccoglie gli ultimi poemi di John Giorno, che coprono un arco temporale dal 1994 (Just Say No to Family Values) al 2004 (Welcoming the Flowers). Potenziando il proprio afflato lirico, Giorno contempera con rinnovato vigore una tensione mistica proveniente dalla sua esperienza meditativa di buddista tibetano e un’inesausta urticante critica dei valori borghesi. Tra le composizioni più recenti spiccano l’allegoria There Was a Bad Tree (2001), l’inno alla leggerezza e alla luce Everyone Gets Lighter (2002) e The Wisdom of the Witches (2003), il poema che dà il titolo alla raccolta ed è “ambientato” sulla rocca normanna di Castelmezzano in Lucani.