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FIGURE DELL’ANIMA
27 marzo - 3 maggio 1998
Arte irregolare in Europa
La questione della follia e del suo legame con l’ispirazione
artistica attraversa tutta la storia della cultura occidentale, da
Platone in avanti; in particolare nei primi decenni del '900 molti
artisti ed intellettuali si confrontarono con questo rapporto.
Il primo ad analizzare scientificamente la relazione tra arte e
follia fu lo psichiatra di Heidelberg Hans Prinzhorn che, dopo
aver collezionato più di 5000 opere prodotte da malati di
mente, scrisse nel 1922 il famoso libro "L'arte dei folli".
La sua pubblicazione ebbe grande influenza su movimenti artistici
quali il dadaismo e il surrealismo e su artisti come Paul Klee e
Max Ernst.
Nel 1949 l'artista francese Jean Dubuffet occupandosi di questo
tipo di arte coniò la definizione ART BRUT e fondò
a Losanna un museo ad essa dedicato.
La mostra "Figure dell'anima - Arte irregolare in Europa" offre
una panoramica sui più importanti artisti e collezioni di
questo secolo.
Il percorso storico incomincia con la collezione, risalente agli
anni 1929-31, di Hans Prinzhorn, presentata per la prima volta in
Italia in modo così ampio.
Dal Kunstmuseum di Berna sono invece state prestate le opere di
Adolf Wölfli, vero e proprio artista totale che in musica,
pittura e poesia ha raccontato un mondo mirabolante e
dettagliatissimo.
Dal museo svizzero di Solothurn vengono le opere di Aloïse,
che ha definito in colori smaglianti tutte le varianti dell'amore
e della passione nelle coppie celebri della storia e della
letteratura.
La collezione Eternod-Mermod di Losanna ha offerto le opere di
Louis Soutter, il colto artista svizzero che ha passato la maggior
parte della sua vita in una casa di riposo per anziani indigenti;
e dei britannici Madge Gill e Scottie Wilson.
Presente in mostra anche l'italiano Carlo Zinelli, le cui opere
di grande inventiva e complessità immaginifica sono
considerate veri e propri capolavori dell'Art Brut.
Come ponte tra il passato e il presente figurano le opere create
tra il 1960 e oggi nella clinica psichiatrica Maria Gugging,
vicino a Vienna, all'interno della quale venne creata, negli anni
Ottanta, la "Casa degli Artisti". Personalità artistiche
sviluppatesi in questo contesto come Johann Hauser, August Walla
e Oswald Tschirtner hanno sicuramente influenzato con la loro
forza espressiva l'arte contemporanea.
La sezione più attuale della mostra si compone di opere
nate in laboratori creati all'interno di ospedali psichiatrici, o
sotto la loro sfera d'influenza, come la già citata
"Casa degli Artisti" di Gugging.
La situazione italiana è documentata dalle opere di artisti
raggruppabili attorno a cinque importanti laboratori:
- l'Istituto per le materie e le forme inconsapevoli di Genova
Quarto, attivato dalla grande energia artistica e umana di Claudio
Costa, dove sono cresciute personalità artistiche come
Davide Raggio e Stefano Grondona;
- Genova Cogoleto, con le opere realizzate alla fine degli anni
Trenta da Gino Grimaldi a decoro della chiesa di Cogoleto;
- La Tinaia di Firenze, fondata da Massimo Mensi e Dana Simionescu,
che è il laboratorio che da più anni lavora in
questo campo;
- Wurmkos, un gruppo di artisti coordinati da Pasquale Campanella
all'interno della Cooperativa "Lotta contro l'emarginazione" di
Sesto S. Giovanni;
- Adriano e Michele, laboratorio di formazione recente coordinato
da Michele Munno, unico ad essere inserito, come la "Casa degli
Artisti", all'interno di una istituzione ospedaliera (Istituto
Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro).
Un'ultima sezione completa la mostra occupandosi dell'aspetto
trasgressivo di quest'arte, dell'interazione e del fruttuoso
rapporto tra artisti dell'Avanguardia e "arte irregolare", facendo
riferimento ad opere create a quattro mani da Arnulf Rainer e dei
pazienti della "Casa degli Artisti" di Gugging.
Al fianco di tali opere troviamo i disegni di Mary Barnes a
documentare la vitalità della ricerca artistica europea
negli anni Settanta, e la produzione del genovese Claudio Costa.
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