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Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio

Focus On N.12, 16/03/2007

Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio

La prima ricetta ufficiale prevedeva prezzemolo o maggiorana al posto del basilico, aglio come se piovesse e formaggio olandese, quello con la buccia rossa. Era il 1860 e da quel giorno cominciarono i proverbiali litigi sulla ricetta del pesto, litigi che non gli hanno però impedito di diventare la seconda salsa più utilizzata al mondo. Nonché il vero simbolo della genovesità, altro che Colombo.
Ecco perché sabato 17 marzo, a Palazzo Ducale, cento scalmanati sono pronti a sfidarsi mortaio alla mano per vincere il primo 'Campionato Mondiale di Pesto genovese al mortaio'.

L’idea è venuta all’Associazione PalatiFini, ed ha raccolto intorno a sé un entusiasmo pressoché generale. Le iscrizioni sono piovute da mezzo mondo, perfino da Argentina e Stati Uniti: a riprendere l’avvenimento, facendo attenzione a non macchiare le telecamere, ci sarà addirittura la BBC.
In mezzo a tutto questo pestare, una giuria di 30 fra ristoratori, esperti e ospiti d’onore, avrà il compito di individuare l’autore del pesto più equilibrato. «Ognuno ha il suo modo preferito di prepararlo», mettono le mani avanti, «e non è giusto formalizzare la ricetta in dosi. Quindi il criterio sarà quello dell’equilibrio fra i vari sapori». Unica avvertenza, pena la squalifica, è che ci sia l’aglio.

La gara comincerà alle 10.40: i concorrenti avranno 40 minuti per amalgamare al meglio gli ingredienti, uguali per tutti. Sono in arrivo 300 mazzi di basilico, rigorosamente DOP, due a testa, da mescolare con aglio di Vessalico, olio extra-vergine DOP della Riviera Ligure, pinoli nazionali, Parmigiano Reggiano di 30 mesi, Fiore Sardo e sale di Cervia. C’è da credere che il Salone del Maggior Consiglio profumerà di basilico per una settimana.
A battagliar col pestello in questa prima manche, genovesi, 'foresti', uomini, donne, giovani e anziani (il record lo detiene una nonnina di 78 anni): alle 13 sapremo chi sono i 10 finalisti, che si sfideranno a partire dalle 14.30 – non prima di aver sconfitto i morsi della fame rigorosamente a suon di Gavi e focaccia. Proclamazione del Re del Pesto prevista per le 15.30, e consegna dell’ambitissimo mortaio col pestello in oro.

La gara sarà anche occasione per fare il punto sul marchio di qualità della nostra salsa regina. «La battaglia per ottenere la DOP o l’IGP per il pesto è molto dura», ammette Giancarlo Cassini, assessore all’agricoltura della Regione Liguria, «perché i regolamenti comunitari non consentono di applicare questi marchi di tutela alle salse. Inoltre non vi nascondo che abbiamo nemici importanti a livello economico». Se non si riuscisse a riscrivere la legislazione è pronta l’arma di riserva: «potremmo chiedere e facilmente ottenere la mSTG, Sistema Tradizionale Garantito, che definisce in maniera univoca la ricetta. Già questo taglierebbe le gambe al 90% dei “pesto” industriali».

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