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Lokkol
Attraverso lo sguardo e il racconto di Alwasi, 12 anni, e di Aikije, 11, “Lokkol” mostra la vita di tutti i giorni dei Wodaabe, allevatori nomadi di zebù, in Niger. La creazione di una scuola scatena le aspettative delle giovanissime protagoniste e una grande festa capitata per caso nel loro territorio di pascolo ci mostra la più importante tradizione dei Wodaabe.







Lokkol "la scuola"
Alwasi e Aikije vanno (anche) a scuola


26 settembre, ore 20.30

Sala del Munizioniere

Un film di Francesco Sincich
Testi di Gilda Della Ragione
Voci fuori campo: Absa e Sokhna Diop
Musica: “Imidiwan” dei Tinariwen

La proiezione, della durata di 45 minuti, e introdotta dall’autore e da Elisa Gandelli, presidente di Ghazala, sarà preceduta e seguita da performance musicali con strumenti africani.

L’evento vuole attirare l’attenzione sulla scuola di Banganà, in Niger, sostenuta da Ghazala in partenariato con la Compagnia per le V.E.L.E.

Da ottobre 2011 Banganà, un piccolo accampamento nel cuore del Niger, ha per la prima volta una scuola primaria. Lo scorso anno scolastico ha visto la partecipazione di 26 allievi, praticamente tutti i ragazzi e le ragazze in età scolare, e le ragazze erano 15. Creare una nuova scuola in Africa è sempre un successo, ma nel caso di Banganà questo è ancora più vero, perché non è un villaggio come altri. A Banganà non vi sono case, le famiglie vivono all’aperto, e praticamente l’unica costruzione, precaria anch’essa perché fatta di rami e steli di miglio, è la scuola. I Wodaabe sono infatti allevatori nomadi e nella stagione delle piogge si spostano centinaia di km più a nord, dove trovano i pascoli per le loro bestie. Nella stagione secca, però, che coincide con l’anno scolastico, da ottobre a giugno, vivono a Banganà grazie ad un pozzo permanente e questo rende possibile l’esistenza di una scuola. La scuola di Banganà, laica, voluta dalla comunità, dotata di un programma di studi governativo, frequentata con assiduità dai giovanissimi allievi, in maggioranza ragazze, è lo strumento con il quale la gente di Banganà vuole far contare di più i Wodaabe e i loro figli. Vogliono che arrivino un giorno a Niamey, la capitale, e raggiungano posti importanti per loro e per il loro popolo.