Genova Palazzo Ducale 14 luglio - 30 agosto 2009

Genova Palazzo Ducale 14 luglio - 30 agosto 2009


Apertura del Palazzo e visite guidate


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Palazzo Ducale, con i suoi 27.000 metri quadrati, è un centro polifunzionale, luogo di produzione e divulgazione di attività espositive e culturali, nel quale hanno sede grandi mostre, convegni, archivi, biblioteche ed esercizi commerciali.

Designato ufficialmente Palazzo Ducale dal 1339, era sede dei Capitani del Popolo già dal 1290. Alla fine del XVI secolo, su progetto di Andrea Vannone, fu reso più elegante e maestoso per essere in grado di rappresentare degnamente lo splendore della Repubblica nel momento della sua massima ascesa. Dopo l’incendio del 1777, che ne distrusse il corpo centrale, fu in parte ricostruito tra il 1778 e il 1783 dall’architetto Simone Cantoni, a cui si deve l’attuale facciata neoclassica e le Sale del Maggiore e del Minore Consiglio. Dopo un lungo lavoro di restauro, è stato infine inaugurato quale centro culturale della città nel 1992.

In occasione del periodo estivo il Palazzo apre al pubblico gli spazi del Piano Nobile, solitamente riservati ad eventi congressuali e di rappresentanza.

A partire dal 14 luglio e fino al 30 agosto 2009, dal martedì alla domenica, sarà possibile visitare le Sale del Maggiore e del Minore Consiglio, corpo centrale del palazzo, la Cappella Dogale, situata all’interno dell’Appartamento del Doge, la Torre Grimaldina e le Antiche Carceri, con un biglietto cumulativo scontato.

Grande novità di quest’anno è l’apertura della Scala Cantoni, situata sempre al Piano Nobile, di forma ellittica, progettata dall’architetto Simone Cantoni nell’ambito della ricostruzione successiva all’incendio del 1777.

Orario: 10-13 / 15-20
da martedì a domenica, chiuso lunedì

Visita al Palazzo + Ingresso mostra
intero 5,00 € - ridotto 4,00 €

con visita guidata al Palazzo tutti i giorni alle ore 11
intero 9,00 € - ridotto 8,00 €

Informazioni, Prenotazioni e Visite guidate
Tel.: 010.5574064 / 065
EMail: biglietteria[AT]palazzoducale[PUNTO]genova[PUNTO]it

Informazioni per visitatori con disabilità
Tel.: 010.542098
www.terredimare.it
Visita Palazzo Ducale, la sua Torre, le Carceri e i Saloni storici

Visita
la Torre Grimaldina, le Antiche Carceri
e i Saloni storici"


Palazzo Ducale, la sede del potere della Repubblica genovese, segna oggi con la sua dimensione monumentale il centro della città. Il primo nucleo dell’edificio viene costruito nel 1291 ma è alla fine del Cinquecento che la sua fisionomia architettonica viene sensibilmente modificata da Andrea Ceresola detto il Vannone, che ne ridisegna gli ambienti rendendoli adatti a rappresentare la straordinaria forza politica ed economica raggiunta dalla Repubblica. Sono questi i decenni in cui Genova va tracciando le sue nuove ed eleganti arterie viarie, lungo cui il Senato, dal 1576, individua i cosiddetti palazzi dei Rolli, ovvero magnifiche residenze private selezionate per accogliere prestigiosi ospiti in visita di Stato. Nel 2006 ben 42 edifici dei Rolli sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Nel 1777 buona parte di Palazzo Ducale – così chiamato da quando nel 1339 il primo Doge vi dimorò – è devastata da un rovinoso incendio, che rende necessario affidare all’architetto neoclassico Simone Cantoni il ripristino dei Saloni del Maggiore e del Minor Consiglio e del prospetto su piazza Matteotti. Fortunatamente le fiamme risparmiano alcuni pregiati affreschi secenteschi. In particolare si segnala la Cappella, realizzata da Giovanni Battista Carlone nei primi anni Cinquanta del Seicento, dedicata a celebrare la Vergine Maria incoronata Regina di Genova tra gloriose vicende della storia genovese dipinte lungo le pareti laterali tra illusive quadrature a trompe l’oeil e il grande ex voto affrescato da Domenico Fiasella nel braccio sinistro dello scalone d’accesso al piano nobile. L’artista venne infatti prescelto, con pubblico decreto, per dipingere una grande scena con la Vergine e i santi protettori Giovanni Battista, Giorgio e Bernardo intenti a intercedere presso la Trinità in favore di Genova, richiesto come ringraziamento per la raggiunta indipendenza della Repubblica, minacciata nel 1625 dal duca di Savoia.
Dopo anni di abbandono e dopo aver ospitato uffici comunali e giudiziari, Palazzo Ducale è stato completamente restaurato nel 1992 in occasione delle Colombiadi e oggi è sede della Fondazione per la Cultura.
I suoi spazi costituiscono un moderno ed efficiente esempio di centro polifunzionale nel quale convivono ambienti storici appositamente attrezzati per eventi espositivi e congressuali, archivi, biblioteche e attività commerciali.

Dall’ultimo piano del Palazzo si sale alla Torre Grimaldina, il segno più evidente dell’originaria costruzione medioevale.
I rintocchi della sua campana, posta nella cella più alta, avevano il compito di comunicare i momenti più solenni e drammatici della città.
Le Carceri, collocate nei sottotetti sopra l’Appartamento del Doge e nella Torre, hanno ospitato fin dal Trecento prigionieri politici, cospiratori, nobili in attesa di riscatto e anarchici. Sui muri delle celle sono ancora conservati pensieri di speranza, proteste d’innocenza, poesie o immagini varie, come negli ampi vani della Torre dove numerose sono le pitture murali raffiguranti velieri, bande militari, dame e cavalieri, scene silvestri e allegoriche.
Fra gli “ospiti” più importanti ricordiamo addirittura un doge, Paolo Da Novi, il pirata Dragut terrore del Mediterraneo nel Cinquecento, il nobile Stefano Raggio, Giulio Cesare Vachero, i celebri pittori secenteschi Luciano Borzone, Sinibaldo Scorza, Domenico Fiasella, Andrea Ansaldo e Pietro Mulier detto il Tempesta. Nel 1815 nella Torre fu rinchiuso Niccolò Paganini con l’accusa di “ratto e seduzione di minore”. Pochi anni dopo, nel 1833, il patriota Jacopo Ruffini, dopo due mesi di durissima prigionia, si uccise nella cella chiamata Lo Scalinetto.

Mostra

OltreilMuro
Tutto il teatro in un manifesto.
Polonia 1989-2009


A vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, Palazzo Ducale ospita fino al 30 agosto il progetto Oltre il muro. Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009 e Europa Verticale con fotografie di Monika Bulaj e disegni di Paolo Rumiz. La rassegna, promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura in collaborazione con l’Istituto polacco di cultura e il Goethe-Institut Genua, è curata da Sergio Maifredi e Corrado d’Elia, direttori di Teatri Possibili Liguria, con la consulenza scientifica di Pietro Marchesani e l’allestimento di Danièle Sulewic.
Oltre 200 manifesti d’artista, filmati, scenografie e manichini prestati dal Nowy Teatr di Poznan presentano uno spaccato dei cambiamenti avvenuti nella società e nella cultura polacca dopo la caduta del Muro di Berlino. Una scelta non casuale: in Polonia, dalla fine dell’800 il manifesto per le rappresentazioni teatrali realizzato da artisti noti, oltre a essere un modo di fare arte, di grande tradizione, consentiva a intellettuali non allineati di comunicare e esprimersi superando i rigidi confini espressivi della censura. Dopo la caduta del Muro, questa tradizione grafica sviluppa nuove energie e linguaggi personalissimi. I manifesti teatrali polacchi, prodotti in pochi esemplari e utilizzati solo all’interno del teatro stesso, non usano un linguaggio pubblicitario, ma sono vere e proprie opere realizzate da artisti, come Wiesław Wałkuski, Wiktor Sadowski, Rafal Olbinski, Stasys Eidrigevicius e altri, tutti ormai noti a livello internazionale.
Sempre nell’Appartamento del Doge, quale introduzione alla mostra, viene presentato l’affascinante reportage fotografico Europa Verticale, un viaggio per immagini di Monika Bulaj e Paolo Rumiz, frutto della spedizione lungo l’asse Mar Bianco - Mar Nero, che la fotografa antropologa ha intrapreso insieme al giornalista de la Repubblica. Novanta foto circa, con disegni e scritti di Rumiz, l’allestimento curato da Aleksander Masseroli, ci raccontano luoghi lontani e ai più sconosciuti e ci consentono una maggior comprensione di quelle culture e di quei popoli, la cui immagine è troppo spesso legata a stereotipi.
Nasce così, da due viaggi nelle terre dell’Est - quello di Maifredi e d’Elia sulle rotte teatrali di Kantor e Grotowski in Polonia, e quello di Bulaj e Rumiz, che si trasforma in un attraversamento longitudinale del ventre di un’Europa dimenticata - un ampio e originale diario di immagini, emozioni e conoscenze che può far riflettere sui processi di cambiamento e globalizzazione messi in moto dalla caduta del Muro.


Nella mostra

Antologia dei film di animazione polacchi
Il cinema di animazione polacco - insieme ai film di Wajda e Kieślowski, ai manifesti d’arte, al teatro di Grotowski e Kantor, ai poeti vincitori del premio Nobel - è stato uno dei migliori biglietti da visita della cultura polacca negli ultimi tre decenni: molti dei film proiettati sono stati candidati o hanno vinto l’Oscar.
A cura dell’Istituto Polacco di Cultura

Proiezione di film provenienti dagli archivi DEFA
gli studi cinematografici dell’ex-Germania dell’Est
a cura del Goethe-Institut Genua

La classe morta
di Tadeusz Kantor
versione cinematografica di Andrzej Wajda

31 luglio, ore 18.00
Appartamento del Doge - Palazzo Ducale
incontro con
"Monika Bulaj"

ore 16.45
visita guidata alla mostra