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Focus On N.123, 12/05/2009

Lech Walesa a Palazzo Ducale

Il leader di Solidarnocs ed ex Presidente della Polonia è passato da Genova. Nei suoi interventi ha parlato soprattutto del futuro dell’Europa

Lech Walesa – storico leader del movimento polacco Solidarnocs - è passato da Genova per un incontro all’Università (sabato 9 maggio). Nell’occasione ha anche partecipato ad una conferenza stampa a Palazzo Ducale, dove tra poche settimane inaugurerà la mostra Oltre il Muro. Tutto il teatro in un manifesto 1989-2009. Curato da Sergio Maifredi e Corrado D’Elia, l’evento si svolgerà a Palazzo Ducale dal 30 maggio al 30 agosto 2009 nell’ambito delle celebrazioni del ventennale della caduta del Muro di Berlino.

Ma più che il passato è il futuro ad appassionare Walesa oggi. E l’Europa è il suo argomento preferito. Un’Europa che deve essere unita, deve parlare con un’unica voce, e deve parlare: «la caduta del comunismo e dei confini ha condotto in un’epoca nuova dell&rsquointelletto, ma oggi servono nuovi programmi, nuovi concetti. Nel mondo globale devono essere i valori a costituire l’elemento unificante». Prosegue poi Walesa: «I valori devono unire il pianeta, e devono essere elementi di convivenza concreta, come l’orario, o il codice stradale. Venendo qui ho visto che persone di tutte le razze guidano l’auto seguendo le stesse norme. Ecco, deve funzionare così anche per i valori». Quali sarebbero secondo Walesa? «Innanzitutto il concetto di solidarietà. Se non saremo solidali, per esempio, la Russia potrà continuare a fare le sue piccole guerre. E poi le energie, l’onestà, la verità, i diritti».

Stupisce anche il suo pensiero sulla ricetta economica: «la sinistra oggi crede che per creare giustizia di debba togliere ai ricchi per dare ai poveri. Io dico che non va così: bisogna creare più capitalisti, più persone che con i mezzi fanno lavorare anche gli altri». Molto netta la posizione sulla politica internazionale, su cui è tranchant: «gli stessi Stati che hanno vinto in passato con le guerre e il colonialismo, oggi vogliono vincere con la globalizzazione».
Solo il dialogo, la solidarietà, l’unione possono creare uno scenario diverso. E tutto parte dall’Europa.

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