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Vestire la tua pelle




incontro

Vestire la tua pelle / Studio

8 febbraio, ore 21
Sala del Minor Consiglio
con Sara Cianfriglia, Simona Fasano, Susanna Gozzetti, Cosetta Graffione, Simonetta Guarino, Lidia Treccani e Aldo Ottobrino

Musiche di Edmondo Romano
Coreografia di Giovanni Di Cicco
Costumi di Claudia Chiodi e Valentina Ciancio
Testo e regia Compagnia Teatro Nudo

Sopravvissuti, un'introduzione di Ariel Dello Strologo al reading musicale
Spettri, miei compagni, dedicato al libro di Charlotte Delbo (scrittrice, deportata politica ad Auschwitz) con Edmondo Romano (atmosfere musicali) ed Elisabetta Ruffini, direttrice di ISREC di Bergamo

Prodotto da Regione Liguria Assessorato allo spettacolo e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, cura di Comune di Genova Assessorato Cultura e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

Lo studio si apre con un prologo dedicato alla mente di Hitler (tratto da Conversazioni a tavola di Hitler): un attore su una sorta di podio parla lanciando in aria banconote.
Ai suoi piedi in penombra un coro di sei donne ascolta (di spalle al pubblico).
Finito il prologo inizia il racconto di sei storie di donne tratte dal libro Le donne e l'Olocausto di Lucille Eichengreen interpretate dalle sei attrici (e dal coro di donne che a seconda della scena collabora con la protagonista).
Lo studio si conclude con un epilogo: il coro canta la canzone Vestire la tua pelle tratta dalla poesia di Delbo e danza una coreografia dedicata a quelle parole.

Dopo lo studio Ariel Dello Strologo con Sopravvissuti introduce Spettri, miei compagni, reading musicale dedicato al libro di Charlotte Delbo con Edmondo Romano (atmosfere musicali) ed Elisabetta Ruffini, direttrice di ISREC di Bergamo.

Charlotte Delbo (1913-1985), resistente francese, scrittrice, sopravvissuta ad Auschwitz e testimone della tragedia della deportazione attraverso i libri, il teatro e l’impegno politico è l'autrice di Spettri, miei compagni di cui, grazie all'Istituto per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea (ISREC) di Bergamo e la casa editrice Il filo di Arianna, è uscita la prima traduzione integrale (2013).
Spettri, miei compagni è una lunga lettera indirizzata all’attore e regista Louis Jouvet in cui l’autrice ritorna sull’esperienza della deportazione e del ritorno. Una straordinaria riflessione che a partire dall’universo concentrazionario si allarga ai temi universali della memoria, dell'amore, dell’amicizia, dell’arte e del teatro. Tutta l'esperienza storica delle donne e degli uomini della nostra epoca è messa alla prova di una radicale esigenza di distinzione tra verità, illusione, falsità.

"Tutto era falso, volti e libri, tutto mi mostrava la sua falsità ed io ero disperata di aver perso ogni capacità di illusione e di sogno, ogni permeabilità all'immaginazione, all’avventura. Ecco ciò che, di me, è morto ad Auschwitz. Ecco ciò che fa di me uno spettro [...]. In che modo vivere in un mondo senza mistero?A lungo me lo sono chiesta senza trovare una risposta. Perché vivere se nulla è vero? È così comodo non poter più essere illusi, perché rimpiangerlo?Mi dibattevo in un dilemma insolubile. Guardavo i libri inutili. Tutto mi era inutile. Ma a cosa serve sapere quando non si sa più come vivere?"
Charlotte Delbo, Spettri miei compagni, Il filo di Arianna, Bergamo 2013, pp. 78, con un’introduzione e nota al testo a cura di Elisabetta Ruffini