L'utopia liberale


Gianfranco PASQUINO

domenica 7 aprile, ore 16 Archivio Storico


Correttamente inteso, il liberalismo non è un’utopia. E’ una pratica, al tempo steso, generosa e rigorosa.
Anzitutto, consiste nel riconoscere l’esistenza di diritti che spettano all’uomo e al cittadino, diritti civili e diritti politici: dalla libertà di esprimere le proprie opinioni e di associarsi alla libertà di scegliere i rappresentanti e i governanti. Il liberalismo protegge e promuove i diritti. Il liberalismo è anche una tecnica di organizzazione dello Stato e delle sue istituzioni che impedisce la concentrazione dei poteri, vieta al potere economico di impadronirsi del potere politico, tiene separate dalla politica le sfere religiosa, culturale, sociale. Detta regole per le loro interazioni, fermo restando che è la politica a decidere come quando con quali conseguenze si ha competizione fra le diverse sfere. Nel liberalismo nessuna istituzione può prevalere sulle altre: Governo, Parlamento, sistema giudiziario hanno un loro spazio autonomo, ma si controllano reciprocamente e si contrappongono (checks and balances) rispondendo responsabilmente alle preferenze dei cittadini. Nessuna liberal-democrazia merita il suo nome se non rispetta i diritti e non garantisce una competizione regolata. La pratica del liberalismo è esigente, con le istituzioni e con i cittadini. Oggi, forse più di ieri, despoti e populisti mirano a fare a meno del liberalismo.

Full Screen