Otto Hofmann

Eventi > Archivio mostre > 2009 > Otto Hofmann


La Fotografia Bauhaus

In mostra anche una rassegna con 50 fotografie originali di molti artisti Bauhaus: László Moholy-Nagy, Lucia Moholy, Florence Henri, Walter Peterhans, Lux Feininger, Piet Zwart, Franz Roh, Greta Stern e naturalmente Hofmann.
Per questi artisti c’è l’esigenza di definire la fotografia come un elemento autonomo, sia rispetto alla pittura, sia a un uso descrittivo e documentaristico. László Moholy-Nagy è il precursore e la figura chiave di questa nuova ricerca.
Gli artisti Bauhaus elaborano l’immagine fotografica, creano prospettive inusuali, tagli insoliti, e ci restituiscono un’interpretazione del mondo circostante e della vita quotidiana collegata a nuovi codici visivi.


Aspetti della fotografia al Bauhaus di Dessau
I diversi approcci, politici, estetici, psicologici,o percettivi, che caratterizzano la ricerca fotografica tra le due guerre, mettono in evidenza un unico punto di partenza: l’esigenza di definire l’autonomia della fotografia sia come fatto espressivo rispetto alla pittura sia rispetto a un uso descrittivo e documentaristico del mezzo fotografico.
Gli anni Venti in Europa segnano la presa di coscienza della possibilità di usare l’immagine fotografica per “produrre” e non solamente”riprodurre” la realtà. In questo modo la fotografia può contenere al suo interno una paradossale fusione di “concreto”dato dalla intrinseca funzione riproduttiva-e “intangibile”- dovuto alla realtà di luce di cui è fatta.
La consapevolezza di questa autonomia creativa ha permesso alla fotografia di confrontarsi alla pari con gli stessi temi di cui si stavano contemporaneamente occupando le avanguardie artistiche: l’adesione alla modernità, la geometrizzazione delle forme, l’astrazione, la resa dello spazio urbano, la valenza sociale dell’arte, il rapporto spazio-tempo, la funzione conoscitive del mezzo artistico.

In Europa i luoghi dove si svolgono queste ricerche sono essenzialmente due: la Germania, aperta anche a contatti con la fotografia sovietica, e Parigi.
Le grandi mostre tedesche e la diffusione delle riviste illustrate sono i canali attraverso cui le diverse correnti della ricerca fotografica si rivolgono al grande pubblico e, al tempo stesso, costituiscono il terreno per reciproche influenze tra Germania, Francia e America.
In Germania la figura chiave della fotografia tra le due guerre è senza dubbio Laszlo Moholy-Nagy che a Dessau continua, con rigoroso processo metodologico, la ricerca sulla fotografia già iniziata a Berlino nel clima del Dadaismo. Al Bauhaus compie esperimenti e scrive testi teorici nei quali esprime molte volte la convinzione di una stretta connessione tra l’arte moderna e la fotografia, specialmente nel libro “Malerei, Photografie, Film” pubblicato nel 1925 nella collana Bauhausbücher, che era stata curata dallo stesso Moholy-Nagy e da Gropius.
In questo periodo la sperimentazione fotografica al Bauhaus riceve un grande impulso e la spinta viene proprio da Laszlo Moholy-Nagi e da sua moglie Lucia, validissima collaboratrice non solo da un punto di vista tecnico ma anche creativo. Vengono così condotti studi sulla struttura formale, realizzati fotogrammi di oggetti in movimento, fotomontaggi, fotografie ai raggi Roëtgen, studiati nuovi tagli e nuove inquadrature.
L’interesse suscitato dalle scoperte di Laszlo e Lucia è tale, sia all’interno sia all’esterno del Bauhaus, che molti artisti si dedicano alla sperimentazione con il mezzo fotografico e, confrontando i risultati ottenuti ed apportando personalissimi contributi creativi, influiscono in modo notevole sull’attività pratica della figurazione. E questo nonostante la fotografia non sia ancora stata introdotta ufficialmente nei programmi d’insegnamento ( lo sarà soltanto nel 1929 con la creazione di una cattedra assegnata a Peterhans ).
Artisti come Herbert Bayer, Theo Ballmer, Eugene Batz, Florence Henri, Hannes Meyer, Lucia Moholy, Walter Peterhans, Xanti Schawinsky, Greta Stern, Lux Feininger, Walter Funkat, Erich Consemuller, Albert Braun ed altri ottengono, all’interno e poi al di fuori del Bauhaus, risultati sorprendenti nell’elaborazione dell’immagine fotografica.
L’entusiasmo per la tecnologia moderna e l’utilizzazione molto diversificata delle possibilità tecniche del processo fotografico porta ad interpretare l’ambiente circostante attraverso prospettive inusuali, con riprese estremamente ravvicinate, con tagli particolari, con la costruzione, in pratica, di punti di osservazione completamente nuovi e rivoluzionari. Gli oggetti della vita quotidiana, fino a quel momento anonimi, di fronte ai nuovi “occhi” si trasformano così radicalmente da diventare spesso modelli di forma ideale.
Questa attitudine a interpretare attraverso la fotografia il mondo circostante, con i suoi paesaggi, uomini, cose, macchine, contro tutte le regole tradizionali della rappresentazione, determina l’affermarsi di nuovi codici formali nell’ambito dei linguaggi artistici, rispondendo alle urgenti necessità di utilizzare un mezzo più veloce e comunicativo che possa esprimere con maggior vigore le istanze delle avanguardie dell’epoca.
Non a caso riviste e giornali, il cui sviluppo sorprendente non ha precedenti nel passato, fanno un uso sempre crescente dell’immagine fotografica.

(testo di Giovanni Battista Martini).